Servoscala: ecco cosa c’è da sapere

Il mercato degli impianti di elevazione, oggi, è molto ampio. Ognuno di essi, comunque, nasce con lo scopo di abbattere barriere architettoniche, impedimenti e dislivelli di sorta. In questo contesto, si immergono anche i servoscala, anche detti ascensori per disabili in carrozzina. Essi rappresentano la soluzione migliore per eliminare gli ostacoli che chi ha scarsa mobilità riscontra nel superare le scale.

I servoscala non vanno confusi con i montascale. Trattandosi di un investimento, in ogni caso importante, soprattutto pensando all’utilità che questi impianti hanno, vien da sé che occorre procedere con consapevolezza verso la loro installazione. Abbiamo sviluppato questa guida proprio al fine di fornirvi le conoscenze pratiche adeguate per l’acquisto di un servoscala utile a soddisfare delle esigenze specifiche.

Prima di scendere nei particolari pratici, comunque, occorre chiarire che il servoscala non è altro che una pedana mobile volta al trasporto di disabili con carrozzina, anziani o persone con gravi problemi motori. Quest’impianto può essere installato su qualsiasi tipo di scala che presenti curve o variazioni in pendenza. Si consiglia sempre di sceglierne in acciaio per prevenirne l’usura precoce e, soprattutto, di rivolgersi a realtà esperte di settore come Amca Elevatori S.r.l. per la loro installazione.

Servoscala: ecco cosa serve sapere

Innanzitutto, è importante chiarire che, al fine di installare un servoscala, occorre che la scala atta ad ospitarlo sia larga almeno 110 centimetri. Completato il montaggio, comunque, la pedana di cui si compone può essere tranquillamente richiusa al lato del corrimano, al fine di occupare meno spazio sulla scalinata. In linea generale, comunque, il servoscala presenta una potenza di 2 kW ed un’alimentazione richiesta di 220 V, uguale alla corrente domestica.

Esistono impianti con e senza batteria, ma di solito, si consigliano quelli dotati di quest’ultima, al fine di garantirne il funzionamento anche in caso di guasti elettrici. I servoscala percorrono 10 centimetri al secondo e il loro montaggio prevede la disposizione della pedana su delle guide poste direttamente al muro o fissate ai pilastri. Queste, permettono alla macchina di salire e scendere, con le scale che fungono da binari. Si consiglia, ancora una volta, di optare per guide in acciaio.

Il servoscala, comunque, può essere montato sia al lato del muro che a quello della ringhiera. Ciò che importa è che al macchinario sia assicurata una sezione antiscivolo. Questi impianti raggiungono portate massime di 300 kg. Le dimensioni possono essere personalizzate e, all’occorrenza, sono adibiti al trasporto di un accompagnatore.

Differenze con altri impianti di elevazione col medesimo scopo

A differenza del montascale a poltroncina, il macchinario in oggetto presenta un pianale richiudibile, sia in versione manuale che automatica. In questo modo, è possibile evitare l’ingombro della rampa di scale dopo l’utilizzo. Inoltre, i controlli di bordo sono posizionati su una pulsantiera di facile utilizzo, mentre altre volte i servoscala sono dotati di radiocomandi palmari senza fili. I servoscala possono essere realizzati sia all’interno che all’esterno e, in quest’ultimo caso, è consigliabile ricoprirli con un materiale impermeabile quando non vengono adoperati.

La legge non sancisce una cadenza per gli interventi di manutenzione dell’impianto che, in ogni caso, andrebbero effettuati almeno una volta ogni sei mesi. Il servoscala si rivolge ad un bacino di utenza che necessita di assistenza per spostarsi in altezza.

Esso segue la lunghezza della scala e, stando alla normativa vigente, è possibile richiederlo anche negli stabili in cui la condomina non è d’accordo con la sua installazione. Sebbene ci siano versioni standard di servoscala, i sollevatori personalizzati presentano feature particolari che vanno dalle scelte di design alle funzionalità specifiche che vanno ad arricchirlo, sia dal punto di vista della corsa che dell’azionamento.