Come curare le orchidee con la nebulizzazione

Sono molte le persone che amano le orchidee, piante davvero meravigliose. Non è raro trovare qualche pianta di orchidee nemmeno in uffici, luoghi pubblici e giardini della nostra città. Tuttavia, bisogna sempre tenere bene a mente che le orchidee provengono da Paesi con un clima decisamente diverso rispetto a quello italiano: per questo motivo, se si vuole tenere un’orchidea sarà necessario curarla nel dettaglio, cercando di riproporre una condizione piuttosto similare a quella dei luoghi d’origine.

Come innaffiare le orchidee nella maniera giusta

In particolare, come spiega il sito www.fresconaturale.com, le orchidee hanno bisogno di essere innaffiate con una certa “esperienza”, ovvero mantenendo il terriccio sempre con un giusto concentrato di umidità. Queste piante, infatti, subiscono pesantemente gli effetti dell’eccesso di umidità o di bagnato, specialmente se la concentrazione avviene intorno alle radici: una situazione che può portare l’orchidea ad ammalarsi e marcire.

Anche un terriccio troppo arido può essere deleterio per la pianta. La soluzione migliore è controllare sempre in che condizioni è il terreno, magari tastandolo con un dito: se notiamo che ha bisogno d’acqua, possiamo innaffiare l’orchidea nel pomeriggio, in modo tale che nelle ore serali non ci sarà più traccia dell’acqua ma il terreno resterà comunque moderatamente umido, a patto che la parte inferiore del vaso dreni a dovere.

L’orchidea ha quindi bisogno di un discreto (ma non eccessivo) livello di umidità, sia nell’aria che nel terreno. In tal senso, un valido aiuto può giungere dai nebulizzatori per orchidee, ovvero del vapore freddo che una volta spruzzato mantiene l’umidità nell’ambiente attorno al 70% e impedisce che il terriccio diventi troppo arido. Seguendo attentamente le indicazioni che spiegano come utilizzare al meglio il nebulizzatore, l’orchidea crescerà in piena salute, proponendo anche splendidi fiori.

I nebulizzatori possono essere di due tipologie differenti, ovvero alta pressione e bassa pressione. La prima, che è caratterizzata da un sistema che comprime l’acqua, produce una nebbia molto fine, simile a quella in cui ci si può imbattere normalmente nei luoghi esterni, specialmente in quelli dove le orchidee sono originarie. La seconda, invece, prevede una nebulizzazione manuale e ad intervalli regolari, da praticare sia sul terriccio che sul fogliame, senza dimenticare i fiori.

Il periodo dell’anno in cui le orchidee soffrono maggiormente è certamente quello estivo, dove le temperature raggiungono quote anche molto alte e l’umidità può scendere anche al 35%. La stessa situazione si verifica in inverno nelle serre riscaldate. La secchezza dell’aria può comportare gravi danni alle orchidee, ed è per questo che è necessario utilizzare i nebulizzatori ad alta pressione che regolano costantemente la percentuale di umidità presente nell’ambiente, operando ad intermittenza non solo per non inumidire troppo il terreno, ma anche per non rilasciare troppo carbonato di calcio (che si trova nell’acqua di rete).

Nebulizzazione ad alta pressione: come funziona

Ma come funziona esattamente l’impianto di nebulizzazione ad alta pressione? In poche parole la pompa predisposta alla nebulizzazione preleva l’acqua di rete in quantità decisamente ridotte e procede alla distribuzione tramite dei tubicini, particolarmente sottili e flessibili, che vengono posizionati a circa un metro dalle piante.

Una volta collegato l’intero impianto al rubinetto di casa e alla presa di corrente, si potrà avviare l’entrata in pressione e di conseguenza la nebulizzazione. In alcuni casi, l’accensione dell’impianto può avvenire in maniera totalmente autonoma tramite una centralina che riceverà l’input da una sonda.