Importantissima esperienza a Mola nell’integrazione tra fotovoltaico e agricoltura

Leggendo questo genere di notizie ci viene in mente sempre un fumetto di Paperino che tentando di fare soldi decorava con stuzzicadenti la carta moschicida. Peccato che nessuno la volesse, in quanto gli stuzzicadenti attaccati alla carta ne facevano perdere l’utilità e l’efficacia.

E’ un po’ il caso di oggi.

Se si ricoprono i campi di coltivazione con pannelli fotovoltaici, le piante come fanno a crescere?
Ebbene, a Mola di Bari, in Puglia, hanno dimostrato ampiamente che questo è possibile e anche con ottimi risultati agricoli ed economici.

L’ottimo sito dell’Assessorato Agricoltura, Ecologia e Ambiente del Comune di Mola di Bari (che consigliamo di visitare, quale perfetto esempio di come una pubblica amministrazione dovrebbe comportarsi in rete), riporta l’esperienza realizzata da tre imprendiotri agricoli di Mola che hanno integrato impianti fotovoltaici a pergolato e campi di coltivazione, ottenendo vantaggi non solo economici ma anche migliorie sulle coltivazioni medesime.

Dunque l’effetto “stuzzicadenti sulla carta moschicida” viene confutato.

Cerchiamo di capirne di più.

Marco e Vito Fossini, imprenditori vitivinicoli nella contrada Carrozzalo, hanno fatto realizzare il primo impianto in Italia realizzato su un vigneto di uva da tavola, grazie anche al supporto di Filippo Intreccio, progettista di impianti fotovoltaico in agricoltura (nonché consulente di diverse università italiane, di Confindustria e di diversi istituti bancari).

E’ stata una scommessa vinta perché in pochi credevano fosse possibile una realizzazione di questo tipo.
Si è dunque riusciti a dare attuazione ad un progetto studiato nei minimi dettagli, per costruire questo primo impianto sul tendone di uva da tavola ed evitare nello stesso tempo danneggiamenti ad un vigneto esistente e produttivo.

L’impianto apporterà il suo buon contributo al miglioramento dell’ambiente, attraverso la riduzione di 31 tonnellate l’anno di emissioni di ossido di carbonio e di 16 tonnellate l’anno i consumi di petrolio.

Ma non solo.
L’impianto genera 50 kWp (chilovatt di picco, ovvero la potenza massima a cui è stato dimensionato l’impianto) ed è costato 280mila euro e l’energia prodotta viene utilizzata per attingere acqua per l’irrigazione dal pozzo artesiano e preriscaldare i vigneti per anticipare la produzione dell’uva (primizie).
L’energia in esubero viene venduta al mercato elettrico, che riconosce al produttore la tariffa incentivante per 20 anni.

Dopo Marco e Vito Fossini, è la volta dell’imprenditore agricolo Vitantonio Susca e del progetto realizzato nella Contrada San Marco da suo figlio Matteo, giovane ingegnere molese, che vede in azione un impianto fotovoltaico a inseguimento solare in grado di erogare una potenza di 9 kWp.

Composto da 40 moduli ad alta efficienza che ottimizzano la superficie della vela, ampia circa 60 m2, l’inseguitore è a doppio asse nord/sud – est/ovest per essere sempre perpendicolare ai raggi solari, dall’alba al tramonto, tutti i giorni dell’anno.

L’orientamento si ottiene attraverso un sensore di luminosità che, puntato verso la volta celeste, è in grado di percepire e quindi di far muovere l’impianto verso il punto più luminoso del cielo, che nelle giornate molto nuvolose può essere differente dalla posizione del sole.

L’impianto è in grado di produrre ogni anno oltre 17.000 kWh di energia elettrica ed è posto al servizio di un pozzo artesiano per l’irrigazione.

Grazie a tale sistema, costato 60.000 euro, i circa otto ettari dell’azienda, coperti con film plastico e coltivati ad uva da tavola, con le cultivar più pregiate della zona (Vittoria, Palieri e Black Magic), sono irrigati senza che la bolletta elettrica sia un onere, sempre più gravoso, da sostenere.

Ed ora arriviamo all’ultima recente interessantissima esperienza che conferma il successo della strada intrapresa.

Gli imprendiotri agricoli Domenico Castellano e Antonia Valente attivi in contrada “Cipolluzze” hanno voluto far realizzare un impianto fotovoltaico che si sviluppa in due corpi a pergolato di 300 e 800 metri quadrati l’uno alti circa 3 metri.
Complessivamente sviluppano 70 kWp (chilovatt di picco, ovvero la potenza massima a cui è stato dimensionato l’impianto).
Al di sotto del pergolato fotovoltaico è stato coltivato con successo il finocchio!!!!!

La coltura è stata trapiantata a settembre 2008 e raccolta nelle scorse settimane.
Al di sotto del pergolato e all’esterno sono state eseguite regolarmente le diverse operazioni colturali: preparazione del terreno, trapianto, diserbo, sarchiatura, rincalzatura, concimazione, irrigazione e raccolta.

Il finocchio è una coltura molto importante per l’Italia. Infatti, nel nostro Paese si coltiva l’85% della produzione mondiale ed il 90% di quella europea. La Puglia è la regione più importante in Italia per la produzione di finocchio

La produzione di finocchio ottenuta a Mola al di sotto del pergolato fotovoltaico non ha minimamente sofferto della sovrastruttura.
Al contrario.
E’ stata molto apprezzata per compattezza, colore e croccantezza del grumolo.
Successo totale. Esperienza importantissima. Un plauso agli agricoltori di Mola e sicuramente un grazie all’Assessorato Agricoltura, Ecologia e Ambiente del Comune che li avrà aiutati.

Ora tocca agli altri imprenditori agricoli italiani.